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In un'Italia di fine '800, immaginaria ma non troppo, dove i deputati vengono definiti dal protagonista "opportunisti, irresoluti, ambiziosi e paurosi", il giovane ministro delle Poste e Telegrafi, sua Eccellenza Gerardo Parvis, dice basta e dà le dimissioni. Stanco della falsità e delle lungaggini parlamentari, dei continui stalli e della volontà programmatica di molti suoi colleghi di usare la violenza verbale e fisica come mezzo per raggiungere i propri scopi, ottenendo l'effetto contrario di svilire con la propria presenza le Istituzioni che rappresentano, l'abbandono plateale del diplomatico appare come un gesto di una nobiltà inaudita. Un avvenimento all'apparenza innocuo rivelerà al protagonista quanto la menzogna possa risiedere nell'animo più buono e gentile di cui ci si possa innamorare. E di come, in fondo, solo la morte sia in grado di ristabilire in noi la scala delle priorità affettive, ricordandoci chi ci abbia amato davvero, senza che noi fossimo mai in grado di ricambiare.